Scultura Venere di Milo in Terracotta italiana di Impruneta
Prodotto a mano, 100% Made in Italy
La Venere di Milo
La Venere di Milo è una scultura di marmo greca tra le più simboliche e note del mondo. Risale al 130 a.C. e, nonostante si tratti di una scultura che fonde i diversi stili dell’arte del periodo classico, è considerata l’opera ellenistica per eccellenza. Estremamente riconoscibile e iconica, è priva delle braccia. Venne ritrovata spezzata in due parti nel 1820 sull’isola greca di Milo e, dopo alcuni interventi di restauro, fu collocata al museo del Louvre dove è tuttora conservata.
Afrodite si leva stante col busto nudo fino all’addome e le gambe velate da un fitto panneggio. Non si conosce precisamente quale episodio mitologico della vita di Venere venga rappresentato, ma si ritiene possa essere una raffigurazione della Venus Victrix che reca il pomo dorato a Paride.
Capelli raccolti, larghi fianchi fecondi, colpisce l’atteggiamento naturale della dea, ormai lontana dalla compostezza “eroica” delle Veneri classiche dei secoli precedenti. Celebrata da artisti e critici, la Venere di Milo è considerata una delle più significative rappresentazioni della bellezza femminile.
IL MATERIALE
La Terracotta è costituita da un impasto di argilla che viene cotto a una temperatura di 980-990° C. Il tipico colore rossastro è dovuto alla cospicua presenza di sostanze ferrose.
Resistente al gelo, al calore, agli sbalzi termici e al salmastro, diventa con il tempo quasi un elemento unico con l’ambiente naturale circostante. Non è raro infatti che licheni e muschi si depositino in superficie, creando diverse textures e disegni, che renderanno ogni oggetto un pezzo unico, esclusivo e personale.
Grazie a queste caratteristiche uniche, la TERRACOTTA ITALIANA si sposa alla perfezione con le più moderne concezioni di design e architettura, unendo ricercatezza e durevolezza, design moderno e materiale antico.
Storia
La lavorazione della terracotta in Toscana, in particolare nella zona di Impruneta, ha origine con la civiltà degli Etruschi. Il suo impiego architettonico conobbe l’apice nel Medioevo e nel periodo gotico. Grazie al colore deciso e caldo aveva la funzione di sottolineare le linee architettoniche in contrasto con il grigio della pietra. Nel Rinascimento l’attività delle fornaci fiorì quando i Medici e altre famiglie nobili usavano adornare i parchi delle loro ville di vasi e statue. Sebbene nella grande architettura del tempo il famigerato Marmo Carrara sia prediletto per le grandi opere, la terracotta conserva il suo posto d’onore e ne sono la prova i moltissimi palazzi dell’epoca, uno su tutti Cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze.
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