Maschera in terracotta italiana. Realizzata a mano in alto rilievo con argilla di Impruneta.
MASCHERE APOTROPAICHE: I VOLTI MOSTRUOSI CHE VEGLIANO SULLE CASE
L’usanza di decorare gli ingressi delle abitazioni con maschere e simboli affonda le sue radici in tempi antichissimi ed è legata ad un antico istinto di protezione dalle entità malvagie e dal malocchio. Antiche tradizioni e superstizioni si incontrano in oggetti iconici sopravvissuti attraverso i secoli fino ai nostri giorni.
Realizzate in ceramica, pietra o terracotta, le cosiddette maschere apotropaiche, dal greco antico “apotropao” ossi “allontanare”, hanno molto spesso sembianze mostruose, attraverso le quali si cerca di esorcizzare la paura delle disgrazie e della morte. Venivano affissi sugli stipiti delle porte, sui balconi, sulle finestre o dentro casa per proteggere l’abitazione e probabilmente devono la loro origine ad antichi rituali dalle suggestioni un po’ sinistre come quello, di origine romana, di inchiodare gli uccelli, preferibilmente notturni, sugli stipi delle porte.
Così descrive Apuleio nella “Metamorfosi”: “li prendono e li inchiodano alle porte perché con la loro morte atroce facciano penitenza delle disgrazie che il loro volo infausto reca alle famiglie”.
Ancora oggi, soprattutto nel meridione d’Italia, l’usanza di esporre maschere apotropaiche è molto radicata tanto che in alcune zone, ad esempio della Calabria, l’artigianato locale ne ha fatto un punto distintivo e di eccellenza.
L’iconografia di queste maschere è notevolmente variegata, ma molto spesso richiama figure antropomorfiche più o meno spaventose derivate dal simbolismo e dalla mitologia di matrice magno-greca. Nel tempo il loro aspetto ha subito una certa evoluzione come, ad esempio, la sempre più frequente presenza di corna che richiamano il diavolo e figure demoniache.
IL MATERIALE
La Terracotta è costituita da un impasto di argilla che viene cotto a una temperatura di 980-990° C. Il tipico colore rossastro è dovuto alla cospicua presenza di sostanze ferrose.
Resistente al gelo, al calore, agli sbalzi termici e al salmastro, diventa con il tempo quasi un elemento unico con l’ambiente naturale circostante. Non è raro infatti che licheni e muschi si depositino in superficie, creando diverse textures e disegni, che renderanno ogni oggetto un pezzo unico, esclusivo e personale.
Grazie a queste caratteristiche, da tempi lontanissimi e ancora oggi, la terracotta è largamente utilizzata per elementi decorativi e d’arredo destinati ad ambienti esterni, ma anche per immortali utensili da cucina, in particolare piatti, tegami e pentole (smaltata).
Il suo tocco inequivocabile, tradizionalmente associato ad un gusto rustico e retrò, sta tornando protagonista anche in progettazioni innovative e di design. Prestigiosi nomi dell’architettura e dell’arte contemporanea stanno riscoprendo il valore, anche simbolico, di un materiale antichissimo che riunisce acqua e terra, sostenibilità e desiderio di innovazione. Complice la riscoperta di tutti i materiali naturali, che rispettino l’ambiente e lo valorizzino, il moderno design rivisita gli elementi tradizionali e dona nuova vita alla terracotta, in ambito architettonico, paesaggistico ed artistico.
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