Maschera Diavolo in terracotta italiana. Realizzato a mano in alto rilievo con argilla di Impruneta. Decorazione a parete dotata di fori per appenderla.
MASCHERE APOTROPAICHE VOLTI MOSTRUOSI CHE VEGLIANO SULLE CASE
Quello della protezione della propria casa da pericoli reali o astratti è un istinto antico che affonda le proprie radici nella superstizione. Sin da epoca remota in diverse culture si diffuse la pratica di far custodire la propria dimora. Raffigurazioni di soggetti più o meno fantasiosi che avevano lo scopo di allontanare gli spiriti maligni e preservare l’abitazione dal malocchio. Tra le pratiche più affascinanti legate alla protezione delle abitazioni da entità malvagie e malocchio si distingue certamente quella dell’esposizione delle cosiddette maschere apotropaiche (dal greco antico apotropao, “allontanare”). Questa grande Maschera in terracotta italiana , pietra o ceramica dalle sembianze spesso mostruose venivano affissi sugli stipiti delle porte, sui balconi, sulle finestre o dentro casa per proteggere l’abitazione. A queste grottesche raffigurazioni venivano, difatti, attribuite funzioni magiche che avrebbero consentito di scacciare il malocchio e gli spiriti maligni.
IL MATERIALE
La Terracotta è costituita da un impasto di argilla che viene cotto a una temperatura di 980-990° C. Il tipico colore rossastro è dovuto alla cospicua presenza di sostanze ferrose.
Resistente al gelo, al calore, agli sbalzi termici e al salmastro, diventa con il tempo quasi un elemento unico con l’ambiente naturale circostante. Non è raro infatti che licheni e muschi si depositino in superficie, creando diverse textures e disegni, che renderanno ogni oggetto un pezzo unico, esclusivo e personale.
Grazie a queste caratteristiche uniche, la TERRACOTTA ITALIANA si sposa alla perfezione con le più moderne concezioni di design e architettura, unendo ricercatezza e durevolezza, design moderno e materiale antico.
Storia
La lavorazione della terracotta in Toscana, in particolare nella zona di Impruneta, ha origine con la civiltà degli Etruschi. Il suo impiego architettonico conobbe l’apice nel Medioevo e nel periodo gotico. Grazie al colore deciso e caldo aveva la funzione di sottolineare le linee architettoniche in contrasto con il grigio della pietra. Nel Rinascimento l’attività delle fornaci fiorì quando i Medici e altre famiglie nobili usavano adornare i parchi delle loro ville di vasi e statue. Sebbene nella grande architettura del tempo il famigerato Marmo Carrara sia prediletto per le grandi opere, la terracotta conserva il suo posto d’onore e ne sono la prova i moltissimi palazzi dell’epoca, uno su tutti Cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze.
In tempi più recenti c’è stato un recupero della terracotta anche in campo artistico grazie a scultori di primo piano. Da tempi lontanissimi e ancora oggi è sempre largamente utilizzata per i vasi e per altri elementi decorativi, soprattutto se destinati all’esterno, ma anche per immortali utensili da cucina, in particolare piatti, tegami e pentole (e in questi ultimi casi viene smaltata).
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